PITTURA AD OLIO
Già Vitruvio (1° sec. a.C.) e Plinio il Vecchio (1° sec. d.C.) hanno conoscenza della pittura ad olio.
Nel 1100 Teofilo Monaco realizza un interessante ricettario per migliorare la composizione dei colori e nel 1400 i pittori fiamminghi perfezionano questa “nuova e prodigiosa maniera di colorare”.
La nuova tecnica si diffonde prima nelle Fiandre, successivamente in Italia ad Urbino, Ferrara, Napoli , Roma e Venezia.
Antonello da Messina, venuto a contatto con la pittura fiamminga, introduce la tecnica in Italia.
Il supporto della pittura ad olio è costituito quasi esclusivamente da tela.
Altri supporti sono: carta, cartone, legno, marmo, pietre, vetro, tessuti.
I colori possono essere stesi in velature finissime o in grumi, per ottenere effetti particolari sulla superficie del dipinto.
Le trementine naturali, diluendo i colori, favoriscono una maggiore gamma cromatica e la fluidità della pennellata.
L’olio di lino, che è il legante più diffuso, rende il colore morbido, facile da stendere, favorisce superfici brillanti con giochi di trasparenza.